Scena unica:
Interno – Giorno – Aereo di linea in volo
Tra i passeggeri che si godono il viaggio (chi chiacchierando, chi assorto nella lettura, chi semplicemente rilassandosi ascoltando musica in cuffia o assorto nei propri pensieri) vi é seduto un uomo, immobile e rigido come una statua e con lo sguardo nervoso e fisso davanti a sé.
La camera gli si avvicina lentamente fino a che il suo volto riempie l'intero spazio dell'inquadratura.
All'improvviso egli chiude gli occhi e, contemporaneamente, la luce si affievolisce repentinamente, mentre i rumori, il vociare tutto attorno, si fanno via via più ovattati fino a scomparire del tutto.
Quando il suo volto sembra essersi rilassato, l’uomo riapre gli occhi e la luce torna ad essere quella di prima; i rumori, invece, continuano ad essere assenti, ad eccezione di quello dell'aereo in volo.
L'uomo infatti si accorge, con stupore e incredulità, di essere rimasto l’unico passeggero a bordo.
La sua prima reazione, istintiva, é quella di alzarsi e guardarsi attorno; la seconda, di sollevare la tendina dell’oblò al suo fianco ed accorgersi di essere ancora in volo. Cosa ancora più inquietante, l’aereo è immerso in un fitto banco di nubi.
Passeggero:
Ma che diavolo succede?
Preso dal panico si incammina quindi in gran fretta verso la coda dell'aereo, nello scomparto riservato al personale di volo, ma anche lì non trova nessuno.
Con panico crescente si dirige, quasi correndo, verso la cabina di pilotaggio. Non ci pensa un attimo ad aprire la porta, solo per scoprire che ai comandi non c'é nessuno.
Con sguardo incredulo e terrorizzato l'uomo si gira nuovamente verso il corridoio ed inizia a ripercorrerlo lentamente poggiando, quasi a sostenersi, le mani sugli schienali dei sedili.
Camminando, l'uomo inizia a volgere lo sguardo ai posti vuoti in quanto da essi sente provenire delle voci, ossia quelle dei passeggeri che li occupavano; e ognuna di quelle voci è espressione di terrore e smarrimento.
Voce di donna:
Oh mio Dio!
Voce di bambina:
Mamma ho paura!
Voce di donna anziana:
Oh caro!
Voce di uomo anziano:
Sta tranquilla cara, sta tranquilla!
Voce di giovane donna:
Moriremo tutti!!!
Voce di giovane uomo:
Tesoro sta calma!
Voce d’uomo:
Amico cerca di ragionare!
Più egli prosegue sui suoi passi e più il panico prende il sopravvento finché, giunto alla fine del corridoio, alle voci si aggiungono visioni distorte dei passeggeri terrorizzati.
Il susseguirsi di immagini conducono l'uomo allo stremo, costringendolo ad inginocchiarsi ed a premersi le mani alle tempie ed a chiudere gli occhi in un sofferto ed inutile tentativo di scacciarle dalla sua testa.
L'ultima immagine che si abbatte nella sua mente é quella di un uomo che gli blocca un braccio, mentre un altro passeggero tenta di strappargli di mano il telefono cellulare. Quest'ultima visione termina, in un accecante lampo di luce, quando egli vede il proprio pollice riuscire a pigiare il tasto di chiamata.
A quel punto le visioni e le voci nella sua testa smettono di colpo lasciandolo in uno stato di prostrazione e con un'espressione profondamente costernata e gli occhi lucidi di lacrime.
Dopo essere trascorso un po' di tempo, una voce d’uomo dall'interfono lo fa trasalire.
Voce misterioso:
Vedo che sei tornato in te.
Raggiungimi in cabina... e parleremo un po’.
L'uomo si rialza lentamente e, titubante, si incammina verso la cabina di pilotaggio.
Giunto davanti la porta, la riapre entrando timoroso nell'abitacolo.
Al posto del pilota vi é seduto un uomo dall’aspetto distinto che, girata la testa nella sua direzione, gli sorride in modo affabile ma, allo stesso tempo, un po' sinistro.
Uomo misterioso
[indicandogli il sedile del copilota]:
Prego, accomodati.
Il passeggero si avvicina e si siede, lentamente, senza staccare gli occhi dal panorama inquietante che vede oltre il vetro: un muro caliginoso di tanto in tanto illuminato da lampi di luce.
Uomo misterioso:
Mi rendo conto che il panorama non sia dei migliori, ma non é detto sia sempre così.
Potrebbe migliorare, certo, ma é questione di tempo e, soprattutto, di volontà.
La tua volontà.
Passeggero:
Ma... cosa significa tutto questo?
Uomo misterioso:
Hai appena intrapreso un viaggio... un lungo viaggio.
Passeggero:
Dove sono tutti gli altri?
Uomo misterioso:
Gli altri il loro viaggio lo hanno terminato... ed é inutile che ti dica che sei stato tu a porvi fine perché questo lo sai già.
Passeggero:
Sì... sì, lo so.
Uomo misterioso:
Pensa un po', giovani sposini in luna di miele, anziani sposini verso una nuova tappa del loro cammino insieme, famiglie entusiaste all’idea di godersi una vacanza indimenticabile, professionisti in viaggio d'affari, viaggiatori solitari speranzosi di ritrovare un po’ di sé stessi. Tutte persone la cui sorte ha fatto pescare loro il biglietto sfortunato.
Passeggero:
Di me cosa ne sarà invece?
Uomo misterioso:
Anche tu terminerai il tuo viaggio ma, come ti ho già detto, sarà un lungo viaggio.
Quanto lungo dipenderà soltanto da te.
Io ti accompagnerò per breve tempo, in un certo senso ti guiderò, ma poi sarai solo.
Perché questo é il tuo viaggio!
Detto questo, il misterioso individuo volge lo sguardo davanti a sé, posizionandosi più comodamente sul sedile e senza perdere il sorriso avuto per tutto il tempo del suo eloquio.
Al passeggero, rimasto a fissarlo per alcuni secondi, non resta altro che accomodarsi anch’egli e perdere il suo sguardo nell’inquietante nebbia davanti a sé.
FINE
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